Come funziona il ticket sanitario?

Tutto quello che c’è da sapere sul ticket sanitario e su come si calcolano i prezzi ed i costi delle prestazioni in sanità.
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In Italia ed in altri sistemi sanitari a carattere universale, il ticket sanitario è una quota di partecipazione alla spesa sanitaria che i cittadini versano per accedere a determinate prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Facendo riferimento alla storia del ticket sanitario, questo fu introdotto negli anni ’80 ed è stato concepito per supportare i costi della sanità pubblica e garantire un sistema di welfare social sostenibile. L’idea alla base del ticket è che i cittadini contribuiscano, in parte, ai costi delle cure, riducendo così il carico finanziario sullo Stato e incentivando un uso più consapevole dei servizi sanitari.

Il ticket sanitario rappresenta un meccanismo di compartecipazione alle spese sanitarie che mira a garantire la sostenibilità del SSN. Il calcolo del ticket in Italia varia a seconda del tipo di prestazione e della Regione, ma generalmente si basa sul costo effettivo della prestazione e su criteri di reddito familiare, patologia e di età.

Da dove viene il ticket sanitario?

Sarà capitato a tutti di leggere il referto degli esami del sangue e leggere infondo la frase “Il SSN ha speso per questa prestazione” e il corrispettivo valore. Questa pratica, è stata adottata a partire 1982 come strumento di trasparenza e sensibilizzazione dell’utenza verso l’uso delle risorse pubbliche.

La storia del ticket sanitario in Italia ha visto, a partire dal 1982, diverse modifiche nel corso degli anni, con cambiamenti nelle fasce di esenzione, nei criteri di calcolo e nelle tipologie di prestazioni soggette a pagamento. Oggi, il ticket si applica principalmente a esami diagnostici, visite specialistiche, e alcuni farmaci, mentre molte prestazioni, come le cure urgenti e quelle per patologie gravi, sono esenti.

Il sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria non è un’esclusiva italiana. Altri paesi, come la Francia, la Germania e la Spagna, adottano modelli simili, anche se con differenti modalità di applicazione in contesti caratterizzati da modelli di finanziamento della sanità diversi da quelli italiani. In Francia, ad esempio, esiste il ticket modérateur, una quota percentuale sul costo delle cure, mentre in Germania i cittadini pagano un contributo fisso per alcune prestazioni.

Storia del ticket sanitario
La storia del ticket sanitario proviene dalla Legge 16/1982.

Costo, prezzo, tariffa e ticket sanitario

Nonostante in Italia grazie al SSN i pazienti e cittadini paghino una quota fissa per accedere alle prestazioni sanitarie, il costo delle stesse non è uguale a zero, ma ha un valore. Per questo, a livello nazionale esiste il Nomenclatore tariffario1, un elenco di tutte le prestazioni erogabili dal SSN (circa 2000) ed il relativo costo a queste attribuito. Il costo rappresenta solo ciò che – teoricamente – viene effettivamente speso per fornire la prestazione. In sanità spesso questo non è calcolato precisamente, in virtù della complessità tecnica di considerare il peso preciso di ogni componente deputata alla creazione di valore e alle oscillazioni e variazioni del mercato nel tempo da cui dipende. Il Nomenclatore è un documento tecnico, frutto di analisi analitiche e di accordi politici, che dovrebbe essere periodicamente aggiornato nel tempo per contribuisce a creare omogeneità tra il costo delle prestazioni disponibili sul mercato pubblico nonché come base per la competitività del privato.

Il costo associato alle prestazioni sanitarie può essere di diverso tipo e classificato in quattro principali tipi: costo diretto, indiretto, intangibile e opportunità.

  • I costi diretti sanitari sono quelli immediatamente riconducibili alle risorse impiegate, come i farmaci, il personale e le tecnologie mediche.
  • I costi diretti non sanitari sono tutte quelle spese che, pur essendo direttamente legate al percorso di cura del paziente, non riguardano l’erogazione di prestazioni mediche. Questi costi includono, ad esempio, le spese di trasporto per raggiungere le strutture sanitarie, l’alloggio per pazienti e familiari quando il trattamento richiede una degenza lontano da casa, e i pasti durante il periodo di cura. Possono comprendere anche i costi relativi all’assistenza domiciliare non medica, come l’aiuto con le attività quotidiane o i servizi di supporto sociale. Questi costi, pur essendo essenziali per il completamento del percorso sanitario, non rientrano nelle spese strettamente mediche, ma hanno comunque un impatto significativo sul bilancio complessivo del paziente e della sua famiglia.

    Sono incluse le spese non immediatamente riconducibili a una singola prestazione, come le spese di gestione delle strutture ospedaliere o l’amministrazione (luce, manutenzione, ammortamento dei macchinari, …).
  • I costi indiretti sono le perdite economiche di un paziente che non può lavorare e che quindi ha una perdita di produttività dovuta all’assenza per malattia.
  • I costi intangibili si riferiscono agli impatti non economici come ad esempio i costi psicologici e sociali. Ne sono esempi il dolore e la sofferenza del paziente.

Il prezzo, concetto diverso da costo, è il valore monetario che viene assegnato a quella prestazione quando viene offerta al paziente o al SSN da privati (come nel caso dei privati convenzionati). Il prezzo è il risultato di una decisione economica che tiene conto del costo sostenuto, ma può includere anche altri fattori, come i margini di profitto (come nel caso di strutture private), le politiche di rimborso, e le tariffe stabilite dal sistema sanitario pubblico a livello nazionale e regionale. Il prezzo rappresenta quindi quanto il paziente o un intermediario privato (ad esempio un’assicurazione sanitaria) paga o è disposto a pagare per accedere alla prestazione.

Il prezzo assegnato alle diverse prestazioni dal SSN è composto dalla somma del ticket e della tariffa.

Il ticket sanitario è la quota del prezzo a carico del paziente con l’obiettivo di bilanciare la sostenibilità del sistema e l’accessibilità delle cure. L’ammontare della contribuzione è di 36,15 euro (legge 537/1993) massimo. Il massimale contributivo si applica anche alle ricette con più prestazioni della stessa branca fino massimo a otto.
La tariffa è il valore attribuito alla prestazione che è direttamente a carico del SSN e cioè quanto questo riconosce alle strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate per ogni prestazione erogata.

Come si calcola il prezzo di una prestazione sanitaria?

Il prezzo di una prestazione sanitaria, così come il valore del ticket, viene calcolato a livello regionale in base alle tabelle standardizzate del Nomenclatore tariffario associato ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) nazionali, che sono uno strumento di pianificazione sanitaria che fornisce il quadro dettagliato delle prestazioni che il SSN promette di garantire ai propri cittadini. Per calcolare il prezzo di una prestazione sanitaria è necessario identificare la prestazione all’interno del nomenclatore LEA regionale ed assicurarsi quindi che sia coperta dal Sistema Sanitario Regionale. Infatti, ogni prestazione ha un costo standard determinato inizialmente a livello nazionale e poi, per le Regioni non in piano di rientro, aggiustato secondo le politiche regionali.

Ad oggi, il costo standard della prestazione stabilito dalle tabelle del Nomenclatore rappresenta il riferimento economico per il calcolo del prezzo (tariffa + ticket). Questo costo può variare leggermente da una regione all’altra (sia a livello di tariffa che – entro i limiti – a livello di ticket), poiché le Regioni non in piano di rientro possono appunto applicare dei correttivi in base ai propri bilanci sanitari e alle esigenze locali (e di ammodernamento delle prestazioni rimborsate e non previste del Nomenclatore nazionale del 1996 ed aggiornato solo nel 2012 per la specialistica e dal 1999 per la protesica). L’importo del ticket è determinato come una percentuale del costo standard della prestazione oppure come un importo fisso, a seconda delle normative regionali. Il ticket varia anche in base a criteri come il reddito familiare, l’età, la presenza di patologie croniche, e altre esenzioni specifiche.

Il prezzo finale per il paziente per la prestazione sanitaria è dato dal costo standard della prestazione meno l’eventuale contributo del SSN, più il ticket a carico del paziente. Ad esempio, se il costo standard di una prestazione da tariffa è di 100 euro e il ticket è fissato a 36,15 euro, il paziente pagherà 36,15 euro, mentre il resto sarà coperto dal SSN. Se la tariffa indicata nel Nomenclatore è inferiore a 36,15 euro, l’importo della prestazione risulterà a totale a carico del cittadino. Nel caso di più prestazioni in una sola ricetta, il cittadino contribuirà fino a 36,15 euro e l’eccesso sarà coperto dal Ssn. Se un cittadino invece è esente (per patologia o reddito) non pagherà nulla. 

In sintesi, il prezzo di una prestazione sanitaria è il risultato della somma del ticket sanitario e della quota coperta dal SSN, calcolata in base al costo standard definito dal nomenclatore LEA a livello regionale.

A gennaio 2025 dovrebbero entrare in vigore i nuovi LEA (già previsti da DPCM nel 2017 che prevedeva un riordino volto a rimuovere le prestazioni obsolete ed introdurre quelle nuove e ad elevato valore tecnologico non previste dal precedente documento del 2001) e le annesse tariffe di esami e prestazioni specialistiche offerte dal SSN (risalenti al 1996). La novità è che queste avranno un valore condiviso a livello nazionale senza più differenze tra le Regioni con conseguente valore unico del ticket su tutto il territorio.

Esenzioni dal pagamento del ticket sanitario

Come riporta il sito del Ministero della Salute, le esenzioni dal ticket ci sono delle classi di cittadini che hanno diritto all’esenzione (per alcune o per tutte prestazioni) nei casi di:

Le prestazioni per le quali non è previsto il pagamento del ticket sono:

  1. quelle in programmi di prevenzione promossi a livello regionale, come gli esami di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni di assistenza specialistica incluse;
  2. quelle in programmi di sanità pubblica, ad esempio gli esami di diagnostica strumentale e di laboratorio e le altre prestazioni di assistenza specialistica necessarie come in caso di situazioni endemiche;
  3. le prestazioni dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta;
  4. i trattamenti durante un ricovero ospedaliero, ordinario o diurno, inclusi i ricoveri in reparti o strutture di riabilitazione e di lungodegenza post-acuzie e gli esami previsti dallo stesso ricovero ed erogate dalla medesima struttura;
  5. gli alimenti destinati a categorie particolari, come le persone affette da celiachia, e dispositivi medici per persone affette da diabete;
  6. per le persone con disabilità, le protesi, le ortesi e gli ausili tecnologici.

Casi particolari di esenzione sono riservate anche alle prestazioni per le prestazioni del pronto soccorso e per la farmaceutica che prevede diverse fasce di farmaci.

  1. In realtà ne esistono due, uno dedicato alle prestazioni specialistiche ed uno delle protesi e degli ausili. Esistono poi i DRG che sono i raggruppamenti diagnostici che servono per il rimborso delle prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e raccolti nelle Schede di Dimissione Ospedaliera. ↩︎

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