Decodificare l’ICD-10: la chiave per comprendere diagnosi e salute pubblica

L’ICD-10 è la decima revisione dell’International Statistical Classification of Diseases, Injuries and Causes of Death la Classificazione Internazionale delle Malattie e dei Problemi Correlati, manuale usato a livello internazionale per classificare le cause di morte.
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L’ICD-10 è la decima revisione dell’International statistical Classification of Diseases, injuries and causes of death (in italiano Classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati), manuale usato a livello internazionale per classificare le cause di morte e stilato fina dal fin dal 1948 dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, per finalità statistiche, epidemiologiche e di salute pubblica.

L’ICD tra sistemi di remunerazione e Standard per la ricerca

Le fonti più assodate fanno affondare le radici del manuale ICD nella Classification Bertillon, anche nota come International List of Causes of Death, istituita nel 1893 dall’Istituto Statistico Internazionale e poi passata di testimone dopo la sesta edizione all’OMS nel 1948 quando vennero incluse anche le morbilità. Da qui in avanti, la Classificazione è aggiornata circa ogni 10 anni, anche se il lavoro che vi sta dietro spesso richiede molti più anni di rifinitura.

L’ICD è uno strumento utile per classificare in modo standard le cause di morte e di morbilità al fine di comprendere l’incidenza delle malattie in tutto il mondo e supportare attività di prevenzione, trattamento ed allocazione delle risorse nel perimetro dell’igiene e sanità pubblica.

L’ICD ha un’ampia gamma di utilizzi a livello globale e fornisce conoscenze fondamentali dalle cause e conseguenze delle malattie fino alle cause di decesso in tutto il mondo. Ciò è possibile attraverso i dati riportati e codificati con l’ICD in quanto i termini clinici sono la base principale per le statistiche sanitarie sulle malattie nelle cure primarie, secondarie e terziarie, nonché sui certificati di morte, seppure le logiche nazionali siano spesso peculiari di ogni Paese.

L’ICD-10, così come in generale tutti i manuali ICD, permette di classificare e monitorare le malattie a livello globale, offrendo una base solida per analizzare l’influenza di fattori sociali, ambientali ed economici della salute delle popolazioni. La comprensione dei determinanti della salute è infatti fondamentale per interpretare correttamente i dati ICD, poiché fattori come il reddito, l’istruzione e l’ambiente possono incidere sulla prevalenza e sull’espressione delle patologie registrate.

Dati e statistiche supportano i sistemi di remunerazione, la pianificazione dei servizi, la gestione della qualità e della sicurezza e la ricerca sui servizi sanitari. La guida diagnostica legata alle categorie dell’ICD standardizza inoltre la raccolta dei dati e consente la ricerca su larga scala.

L’utilizzo principale dell’ICD consente:

  1. la registrazione, l’analisi, l’interpretazione e il confronto sistematico dei dati di mortalità e morbilità raccolti in diversi Paesi o regioni e in tempi diversi a fini di ricerca;
  2. l’interoperabilità semantica e la riutilizzabilità dei dati registrati per i diversi casi d’uso al di là delle semplici statistiche sanitarie, tra cui il supporto alle decisioni, l’allocazione delle risorse, i rimborsi, le linee guida e altro ancora.
Scopi ed usi dell’ICD (Adapted from: https://www.who.int/standards/classifications/classification-of-diseases)

Quindi il codice ICD serve principalmente per:

  • la documentazione clinica (cartelle, referti);
  • la codifica amministrativa in ospedale (ricoveri, dimissioni);
  • ricerche epidemiologiche e statistiche;
  • la fatturazione in alcuni sistemi sanitari.

Le edizioni che hanno portato all’ICD-10

Per assicurarne affidabilità, l’ICD è una classificazione aggiornata periodicamente attraverso modifiche minori apportate annualmente e modifiche maggiori ogni tre anni. I Italia, la traduzione ufficiale viene eseguita dall’ISTAT e dagli uffici competenti del Ministero della Salute.

Sebbene nel 2019 sia stata approvata l’undicesima versione a livello internazionale, entrata poi in vigore nel 2022, l’ICD-10 è ad oggi la versione più aggiornata tradotta in italiano e risale all’inizio del secolo in corso anche se ci sono stati aggiornamenti operativi ed implementazioni in seguito a cambiamenti sostanziale come ad esempio per la Pandemia da Covid-19. In questa versione vi sono classificate oltre 2.000 malattie.

L’ICD-10 ha la peculiarità di essere notevolmente più granulare nella sua classificazione rispetto ai precedenti. Nei tre volumi in cui è articolato, l’ICD-10 è composto da 22 capitoli organizzati attraverso un codice alfanumerico:

1- Malattie infettive e parassitarie (A00–B99)

2- Tumori (C00–D48)

3- Malattie del sangue e del sistema immunitario (D50–D89)

4- Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche (E00–E90)

5- Disturbi psichiatrici e comportamentali (F00–F99)

6- Malattie del sistema nervoso (G00–G99)

7- Malattie dell’occhio e dei suoi annessi (H00–H59)

8- Patologie dell’orecchio (H60–H95)

9- Malattie del sistema circolatorio (I00–I99)

10- Malattie dell’apparato respiratorio (J00–J99)

11- Malattie dell’apparato digerente (K00–K93)

12- Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo (L00–L99)

13- Malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (M00–M99)

14- Malattie dell’apparato genitourinario (N00–N99)

15- Gravidanza, parto e puerperio (O00–O99)

16- Alcune condizioni morbose che hanno origine nel periodo perinatale (P00–P96)

17- Malformazioni e deformazioni congenite, anomalie cromosomiche (Q00–Q99)

18- Sintomi, segni e risultati anomali degli esami clinici e di laboratorio, non classificati altrove (R00–R99)

19- Traumatismi, avvelenamenti e alcune altre conseguenze di cause esterne (S00–T98)

20- Cause esterne di morbosità e mortalità (V01–Y98)

21- Fattori che influenzano lo stato di salute e il ricorso ai servizi sanitari (Z00–Z99)

22- Codici per scopi speciali (U00–U99)

Un esempio di classificazione nell’ICD-10

Di seguito si presenta un esempio completo di una malattia dell’apparato osteomuscolare, l’artrosi del ginocchio, e la spiegazione di come si legge e interpreta il codice nell’ICD-10. 🦴

Nome della malattia: Gonartrosi (artrosi del ginocchio)

Codice ICD-10: M17

Come si legge il codice:

  • La lettera “M” indica che la malattia appartiene al Capitolo XIII dell’ICD-10:
    “Malattie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo (M00–M99)”
  • Il numero 17 specifica la condizione:
    “Gonartrosi [artrosi del ginocchio]”

Sottocodici (per maggiore specificità):

  • M17.0 – Gonartrosi primaria bilaterale
  • M17.1 – Gonartrosi primaria unilaterale
  • M17.2 – Gonartrosi secondaria bilaterale
  • M17.3 – Gonartrosi secondaria unilaterale
  • M17.4 – Altra gonartrosi secondaria
  • M17.5 – Gonartrosi non specificata

Quindi, un paziente ha artrosi primaria bilaterale del ginocchio avrà un codice ICD-10: M17.0 .

Altre classificazioni accanto all’ICD

Oltre all’ICD, arrivata in italiano alla sua decima versione, l’ICD-10, esistono altre importanti classificazioni utilizzate in ambito sanitario e sociale.

  • L’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) si concentra sul funzionamento della persona, considerando fattori fisici, psicologici e ambientali.
  • Il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), invece, è uno strumento ampiamente usato in psichiatria, soprattutto nei paesi anglosassoni, per la diagnosi dei disturbi mentali.
  • L’ICHI (International Classification of Health Interventions) è una classificazione internazionale ancora in fase di implementazione, pensata per descrivere gli interventi sanitari in modo standardizzato.

Questi strumenti, insieme all’ICD, offrono una visione completa e integrata della salute umana, utile sia nella clinica che nella ricerca e nella programmazione dei servizi.

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