Con l’aumento della complessità delle strutture sanitarie e la crescente importanza di una gestione efficiente, curare aspetti manageriali attraverso un master in management sanitario di qualità è diventato essenziale per chi ambisce a contribuire al sistema sanitario attraverso ruoli di direzione. In questo articolo esploreremo le diverse opzioni disponibili per i master in management sanitario che offrono competenze specialistiche utili per la direzione sanitaria, fornendo una guida per fare la scelta più informata possibile.
Come per i master in coordinamento infermieristico e per le professioni sanitarie, data l’ampia offerta formativa relativa ai master in management delle direzioni sanitarie, inclusi programmi online, la scelta giusta per lo sviluppo di carriera e l’acquisizione delle migliori competenze parte dalla consapevolezza di ciò che il panorama formativo offre e di quelle che sono le caratteristiche chiave che ne influenzano la fruizione per incidere con la propria visione nel settore sanitario. In questo articolo approfondiremo i requisiti di accesso, i vantaggi per gli sbocchi professionali e le migliori opportunità, in presenza ed online, dei master in management sanitario, che per le competenze che offrono sono spesso anche chiamati come master in direzione sanitaria.
Argomenti
A cosa serve il Master in Management Sanitario?
Un Master in Management Sanitario o in Direzione Sanitaria è un programma di studi universitario post-laurea ideato per specializzare i clinici in aree cruciali come la previsione delle risorse umane, la conoscenza normativa, la pianificazione strategica, la gestione economico-finanziaria e l’innovazione tecnologica. Questi programmi sono progettati per preparare i professionisti sanitari a ruoli dirigenziali, migliorando le loro capacità trasversali di direzione, leadership e la capacità di plasmare processi organizzativi complessi.
Nonostante i master di questa categoria siano generalemnte da 60 CFU, si distinguono dai master in coordinamento principalmente perchè prevedono un percorso di studio di secondo livello, cioè accessibile a coloro i quali hanno almeno un titolo di laurea magistrale o assimilato, e sono pensati per professionisti con una maggiore esperienza, offrendo una formazione più approfondita e specializzata tipica dei ruoli più maturi.
Per quanto molto eterogenei nei contenuti, e spesso accompagnati da ulteriori occasioni di alta formazione, i vari corsi si propongono l’obiettivo comune di fornire competenze specialistiche ai middle manager, cioè i direttori delle strutture sanitarie. Questi sono quei professionisti che nel secondo livello organizzativo connettono la gestione operativa tipica del coordinamento con quella strategica che caratterizza l’apice aziendale per assicurare performance al sistema stesso. I direttori sono le figure di riferimento per la faccia della medaglia organizzativa della sanità in quanto possiedono gli strumenti e le risorse per proporre e fare scelte relative all’efficienza allocativa, produttiva e ai costi dei processi di produzione di salute.
Inoltre, a supporto del livello di coordinamento, agiscono un ruolo essenziale nel garantire funzioni utili alla previsione e reperimento delle risorse – umane, economiche e strumentali – per assicurare l’erogazione dei servizi, e fungono da riferimento per i gruppi di clinici che operano sul campo. Grazie all’osservatorio privilegiato di cui godono, sono i promotori dei processi di miglioramento tecnico-organizzativo che avviano attraverso il livello operativo e le figure che influenzano direttamente l’apice organizzativo.
Come già sottolineato anche per le funzioni di coordinamento, indubbiamente la funzione gestoria è tanto più importante quanto crescente è la complessità della struttura in cui si è inseriti e quindi tipica di ospedali e cliniche di medio-grandi dimensioni. Ciononostante, anche un singolo libero professionista o piccolo imprenditore, può beneficiare di strumenti e nozioni specialistiche di direzione per far fronte ad elementi di complessità come ad esempio la gestione ed il reperimento di finanziamenti esterni, la capacità di leggere lo scenario attuale alla luce del rapporto domanda-offerta in un contesto di importanti innovazioni normative e tecnologiche tipiche del mondo della sanità.
Accenni di storia sulla direzione in sanità
La strategicità della funzione dirigenziale come livello effettivo della gestione delle strutture sanitarie è assodata da studi scientifici che mettono in relazione la performance aziendale con le caratteristiche e competenze dei manager. Già a partire dagli anni ’80 con il New Public Management, che ha introdotto in sanità concetti di gestione attraverso logiche economiche e di performance tipiche delle attività private, e dal conseguente processo di aziendalizzazione del settore sanitario pubblico a partire dagli anni ’90, si è trasformata la funzione di direzione delle rinnovate Aziende Sanitarie.
A questo punto, in particolare per il settore della sanità pubblica, è necessario distingue tra i termini dirigente e direttore. Storicamente questi termini sono sempre stati usati come sinonimi, anche per la similitudine formale che caratterizza le due parole nonché per la loro etimologia comune dal verbo “dirigere”, latino regĕre e cioè “reggere” o “guidare”. I due vocaboli sono riservati a figure con diverse formazione e funzione, ma che già dal 1995 non sottendono necessariamente relazioni gerarchiche legate al funzionamento organizzativo.
La Dirigenza, che può essere della classe medica (medici e veterinari) o non medica (amministrativi, biologi, chimici e psicologi), in base a quanto previsto dal Dlgs 502/1992 «è collocata in un unico ruolo, distinto per profili professionali e in un unico livello, articolato in relazione alle diverse responsabilità professionali e gestionali» e riguarda l’inqudramento contrattuale del sanitario. Tranne gli amministrativi, i citati profili hanno spesso funzioni professionali con qualifica ed collocamento come dirigente impliciti nella formazione clinica (da cui derivano anche opportunità legate alla possibilità di attività libero professionale intra mura legata all’elevata professionalità specialistica). I dirigenti così definiti svolgono quindi primariamente funzioni cliniche professionali a cui si aggiunge una vera e propria responsabilità di funzione gestionale – di struttura semplice o complessa – solo se espressamente previsto da apposito incarico.
La specifica di cui sopra si è resa necessaria in virtù della Legge 251/2000, che ha sancito i principi di autonomia e responsabilità nei loro ambiti di competenza per tutti gli altri professionisti sanitari dell’area infermieristica e ostetrica, della riabilitazione, delle professioni tecnico-sanitarie e delle professioni tecniche e della prevenzione. Questa previsione ha infatti aggiornato radicalmente il vecchio modello organizzativo delle strutture sanitarie basate sulla figura del primario medico e ha liberando i medici stessi da anacronistiche gerarchie che li vedevano a capo della gestione delle risorse senza competenze organizzative specialistiche e a fronte della necessità materiale di ridurre l’impatto del proprio operato come clinici.
Ai fini organizzativi ne è conseguita quindi la necessaria creazione della figura del Direttore, con esplicita previsione di incarico da dirigente con funzioni gestionali. Se da una parte un dirigente può avere competenze cliniche, dall’altra, il direttore non può non avere competenze gestionali.
2 Articolazioni della direzione: la Struttura Semplice e Complessa
La normativa che regola le organizzazioni sanitarie ha previsto, accanto a quelle professionali più recenti, delle funzioni specifiche organizzative dedicate alla direzione attraverso incarichi gestionali. Per concorrere ed eventualmente ricoprire il ruolo di Direttore è necessario avere almeno 5 anni di esperienza nella funzione professionale ed un titolo almeno quinquennale (titolo triennale e magistrale o loro equipollenze riconosciute dalla norma). Il master di II livello in management sanitario o in direzione sanitaria, a differenza della previsione per ricoprire il ruolo di coordinatore, non è quindi condizione necessaria, quand’anche elemento di ulteriore specializzazione.
Facendo riferimento ai livelli gestionali previsti nelle organizzazioni sanitarie a livello di middle management e di direzione nei più recenti CCNL delle aree dirigenziali, le strutture funzionali sono di due diversi ordini di articolazione con specifiche responsabilità individuate negli Atti Aziendali e che, in virtù della propria singola autonomia, rispecchiano l’articolazione funzionale propria di ogni organizzazione. Esistono quindi Strutture che sono tipicamente più appannaggio di profili con background medico ed altre che invece sono caratterizzate dalla competenza di professionisti sanitari come, ad esempio, infermieri, fisioterapisti o farmacisti.
- Strutture semplici, i) a valenza dipartimentale o distrettuale con spazi di responsabilità, autonomia e risorse economiche, umane e strumentali e ii) quale articolazione interna di struttura complessa, queste previsioni organizzative sono spesso legate ad un’attività specifica (ad esempio l’Unità Operativa Semplice (UOS) di Qualità ed Accreditamento e l’UOS di Rischio Clinico).
- Strutture complesse, per la cui funzione è necessario possedere o prevedere entro determinate finestre temporali, dei titoli di alta formazione ottenuti con appositi corsi regionali (detti appunto corsi da direttori di struttura complessa). Queste possono avere al loro interno delle Strutture semplici collegate e complementari (ad esempio l’Unità Operativa Complessa (UOC) di Qualità Accreditamento e Rischio Clinico che nell’Azienda Ospedaliera Universitaria Intergrata di Verona contiene le due UOS citate nel precedente paragrafo) di cui si cerca di assicurare un funzionamento unitario ed omogeneo per valorizzarne le competenze in un clima di stretta collaborazione.
In termini di incarichi dirigenziali, la differenza tra struttura semplice e complessa si traduce in diversi livelli di competenze e responsabilità su processi più o meno complessi come appunto previsto dallo specifico Atto Aziendale.
Altro elemento essenziale da attenzionare a questo punto è che per le già citate funzioni del top management, nonostante le competenze base possano essere costruite a partire da un master in management sanitario, esistono modalità di individuazione che sono più articolate e legate ad una nomina politica.
Sbocchi professionali master management sanitario
Il master in Management Sanitario apre sbocchi professionali per chi aspira a ruoli di responsabilità nella gestione e organizzazione dei servizi sanitari. Chi consegue il master ottiene una preparazione mirata sulle dinamiche del mondo sanitario, sia nel pubblico che nel privato. I sanitari specializzati in quest’area acquisiscono gli strumenti base per ricoprire ruoli di responsabilità nella gestione di strutture sanitarie, coordinare risorse umane e materiali, e ottimizzare processi organizzativi per migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi. Tra gli sbocchi più comuni, ma non mandatori secondo vincoli di legge, vi sono posizioni variegate come manager sanitario, direttore di struttura, responsabile della qualità, e consulente di organizzazioni sanitarie. Questo master forma professionisti capaci di affrontare le sfide della sanità moderna, dove competenze gestionali e conoscenze specifiche del settore sono essenziali per garantire servizi efficaci e sostenibili.
Ciononstante, come la maggior parte dei master, gli sbocchi professionali del master in management sanitario aumentano la professionalità di chi ne consegue il relativo titolo, ma non prevedono l’individuazione di ruoli precisi. Le modalità per concretizzare gli elementi appresi rimangono perciò in capo al singolo professionista che potrà aumentare qualità ed efficienza dell’operrato nel contesto di riferimento.

Master in presenza
L’offerta didattica riguardo ai master in management sanitario è molto vasta e rappresentando un’occasione di crescita professionale avanzata per professionisti con consolidate competenze manageriali ha costi che sono più alti di quelli dei master in coordinamento e che variano molto in relazione al riconoscimento dell’Ateneo sul piano delle competenze legate all’amministrazione economico-organizzativa. Ciononostante, proprio perché generalmente rivolta a lavoratori, è spesso prevista la possibilità di partecipazione part-time e prevede al termine la discussione di un project work finale.
Essendo un’area specialistica d’interesse oltre che per i professionisti sanitari che operano nelle Aziende Sanitarie pubbliche, anche per professionisti che si impongono nel settore privato, è possibile trovare eterogeneità di professionisti ammessi ai master di II livello in management sanitario, anche con background economico, legale o umanistico. Si trovano ottime proposte formative in tutti gli Atenei con storia di collaborazione tra gli ambiti sanitario ed economico.
Si notino due specificità relative ai master di II livello in management sanitario. La prima è che frequentemente non sono attivati tutti gli anni e che spesso sono interateneo e quindi hanno la sede di riferimento che varia di edizione in edizione. La seconda è che essendo i master strumenti per aumentare la qualità e la cultura organizzativa, sono promossi dall’amministrazione pubblica ed incentivati da fondazioni private che non di rado stanziano apposite borse di studio per dipendenti pubblici (PA 110 e lode) e professionisti promettenti nei settori di riferimento.
Università degli studi di Bologna
Funzioni Direttive e Gestione dei Servizi Sanitari
- Durata: Non specificato
- Crediti: 60 CFU
- Costo: 2500€
Università La Sapienza di Roma
MIAS – Management e innovazione nelle aziende sanitarie
- Durata: annuale
- Importo: 4000€
- Crediti: 60 CFU
SDA Bocconi School of Management
MiMS – Master in Management per la Sanità
- Durata: un anno e mezzo
- Frequenza: full-time
- Importo: 21000€
- Crediti: 70 CFU
Ca’ Foscari Challenge School
Economia e management della Sanità
- Durata: un anno e mezzo
- Frequenza: Alcuni giovedì, venerdì full-time e sabato generalmente la mattina
- Importo: 7500€
- Crediti: 70 CFU
Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Economia e Management delle Aziende Sanitarie
- Modalità: in presenza e a distanza
- Importo: 3000€
- Crediti: 60 CFU
LUISS Business School
Executive Master in Management della filiera della salute
- Durata: annuale
- Frequenza: full-time
- Importo: 13000€
- Crediti: 60 CFU
Master online
Per chi necessita di maggiore flessibilità, esistono numerose opzioni di master in management sanitario online. Questi programmi permettono di conciliare lavoro e studio, mantenendo la possibilità di fruire di formazione specialistica.
UniCusano
- Importo: 1700€
- Crediti: 60 CFU
Consorzio Universitario Humanitas
Management dei Servizi Sanitari e Direzione di Strutture Complesse
- Durata: annuale
- Importo: 2000€
Unitelma Sapienza
- Importo: 2800€
- Crediti: 60 CFU